LA PLASTICA NON È FANTASTICA
Alla base del rilancio di Cosmydor c'è il desiderio di fare le cose nel modo giusto, che nel contesto di un marchio di cosmetici significa semplicemente creare prodotti che siano il più possibile buoni per la pelle e per l'ambiente.
In meno di 2 anni, siamo stati in grado di sviluppare una gamma di prodotti e di lavorare sul sourcing e sui processi che garantiscono i più alti standard per quanto riguarda le materie prime naturali, la cura dell'ambiente (attraverso i nostri processi artigianali) e la biodegradabilità al 100% dei nostri prodotti.
Ma stranamente, la parte produttiva dell'attività che non controlliamo - il packaging - si è rivelata molto più impegnativa e non ha ancora soddisfatto le nostre aspettative. Una prima decisione è stata quella di evitare tutti i vasi e le bottiglie di plastica e usare invece vetro e alluminio. Il vetro e l'alluminio hanno i loro difetti, soprattutto in termini di impronta di carbonio, ma questo è qualcosa che possiamo limitare (ad esempio l'uso di sistemi di ricarica) o compensare. Almeno non inquinano e non uccidono animali e piante quando finiscono nell'ambiente.
La nostra frustrazione è cresciuta perché sembra che non ci sia alcuna soluzione per sbarazzarsi di alcuni elementi di plastica, per esempio pompe e tappi. Abbiamo cercato disperatamente dei sostituti in metallo, bambù o legno, dato che odiamo veramente questi elementi del nostro imballaggio, ma non abbiamo avuto successo.
Poi abbiamo iniziato a chiederci perché. Perché non c'è un mercato per parti di imballaggio non inquinanti e non in plastica? Perché non c'è un fornitore da qualche parte che potrebbe guadagnarsi da vivere creando e producendo pompe e tappi non inquinanti e non in plastica?
Abbiamo trovato solo una risposta a questa domanda: perché ai grandi gruppi cosmetici e farmaceutici non interessa. Sono quelli che hanno la potenza di fuoco finanziaria per cambiare le catene di approvvigionamento e forzare l'innovazione.
Ma non lo fanno. Non lo fanno perché aumenterebbe un po' i loro costi di produzione, diminuirebbe i loro sacrosanti margini di qualche penny. Il CFO si acciglierebbe, ci sarebbero le domande degli azionisti. E nessuno riconoscerebbe questo utile contributo, nemmeno il team della "Corporate Social Responsibility".
Nessuno tranne il pianeta stesso, e le generazioni future che non potranno mai sperimentare una nuotata in mare senza una pompa di plastica che galleggia, o una passeggiata in campagna senza prendere a calci una bottiglia di plastica.
I piccoli marchi non possono permettersi di cambiare un'intera catena di approvvigionamento. La loro voce è limitata.
In definitiva solo tu puoi aiutare: smetti di comprare prodotti - compresi acqua, frutta, verdura e cosmetici - confezionati in plastica.